Descrizione:
Le due ragazze entrarono titubanti, per curiosità, o forse solo per noia, nella sala espositiva della Fondazione dei Monti Uniti di Foggia. Guardarono incerte le fotografie in bianco e nero, leggiucchiando le didascalie. Un signore anziano dal sorriso seduttore le avvicinò, cominciò a spiegargliele, si mise a raccontare, a far vivere quelle fotografie, oltre la cornice, prima e dopo lo scatto. Lo ascoltarono indecise, tra affascinate e diffidenti. Ringraziarono.
Se ne andarono. Mario Dondero non disse loro il suo nome. Né che le foto erano sue. Non disse mai “io”. Le due ragazze non lo seppero mai, di avere goduto del privilegio di una visita guidata personalizzata da uno dei nostri più grandi fotoreporter. Quell’episodio mi è rimasto sempre in mente, da allora rappresenta non solo l’idea che ho io di un grande autore, ma l’idea che ho io di come solo con il lavoro serio, appassionato di chi ama la fotografia,
il lavoro concreto in una città concreta, si possano creare le condizioni di quel magico incontro fra un autore e il suo lettore.
Michele Smargiassi